19 gennaio 2011

Roma e Grosseto

Nebbia a Linate; la pista è comparsa con le sue luci mentre l’aereo si posizionava, in perfetto orario, cosa insolita per Alitalia.
L’urlo dei turbofan mi distoglie dal giornale e l’accelerazione mi schiaccia contro lo schienale mentre l’Airbus si solleva.
Il mare di nebbia sotto cui si stende l’Idroscalo si alza sul finestrino e il Monte Rosa, all’orizzonte, sfila lentamente e passa dietro di me.
Sono di nuovo in viaggio.
Per mesi ho cercato di sconfiggere germi di solitudine cambiando invano latitudine, ora veleggio a rappresentare un centinaio di pediatri lombardi a un convegno nazionale.
Il tempo di leggere qualche stralcio delle prodezze amatorie del nostro Presidente del Consiglio e iniziamo la discesa su Roma. Dal mare di nubi spuntano lontane le montagne della Sardegna, coperte questa mattina di neve.
Poi l’Airbus si tuffa nelle nuvole e sotto compaiono i monti della Tolfa; poi l’aereo plana sui colli etruschi verso Fiumicino. 
Il Tirreno laziale, già poco invitante d’estate, si stende gelido e grigio a destra.
Da Fiumicino gironzolo fino a Termini su treni luridi e sobbalzanti per tirare l’ora di pranzo.
Abbiamo deciso di vederci, dopo due anni, con Maria Luisa, amica di libri e infermiera alla Centrale Operativa 118 del San Camillo.
Infatti ci troviamo a Villa Pamphili per uno spuntino abbondante (o un pranzo leggero?); ci raccontiamo gli ultimi libri e i nostri problemi.
Gli racconto del piccolo Andrea, che oggi va meno bene di ieri, e mi racconta di un bimbo Rom morto in culla.
Maria Luisa va a recuperare i figli a scuola e io riparto per Grosseto su un treno ancora più lurido, anzi è il treno più sporco della mia vita, ma arrivo finalmente a destinazione. Un taxi mi conduce in un agriturismo isolato dove da domani ci sarà il Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina d’Emergenza e Urgenza Pediatrica.
In mezzo alla Maremma potremo solo lavorare; il centro abitato più vicino mi dicono sia a sette chilometri.
Però questa sera c’è il direttivo nazionale e io sono libero.
Posso leggere, dedicarmi alla cucina toscana e poi ancora leggere! Il cellulare prende con difficoltà e ho strappato la spina del televisore.

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