17 maggio 2013

Il buongiorno si vede all'aeroporto



Hertz di Catania Fontanarossa. Sono in coda per noleggiare un'utilitaria.
Davanti a me un papà sulla quarantina. Il maschietto, sei anni suppergiù, gli ruota attorno. La mamma, esausta per il viaggio aereo, attende a distanza con consumata esperienza.
Il piccolo ha il viso corrucciato. Si lamenta petulante - andiamo, andiamo - e nel suo ruotare saltellando attorno al papà schiaccia i piedi degli incauti in coda.
Il padre finalmente arriva al banco.
Quantunque decisamente settentrionale, dall'accento direi Piacenza o Cremona, il signore intavola una trattativa degna del suk di Agadir per il noleggio di una Panda.
Durante la contrattazione di un pacchetto assicurativo eccessivamente esoso, il piccolo si dedica con la certosina precisione di un tirocinante neurochirurgo alla rottura dei coglioni dei vicini.
A me toccano due domande su quanto tengo in borsa, sul mio nome di battesimo, poi pretendrebbe che smettessi di parlare al cellulare. 
A quello dietro di me tocca l'insolenza di sapere che è brutto e che il suo papà sta davanti a tutti, come non ce ne fossimo accorti...
La mamma rimane a distanza di sicurezza, forse fa finta di non conoscerli. Fosse bella cercherei di proporle una fuga romantica (bianco, rosso e Verdone), ma anni di purgatorio l'hanno devastata. 
A Dio piacendo il papà conclude la trattativa, l'impiegata chiede scusa agli astanti, la consegna della mia utilitaria si avvicina e il piccolo Belzebù, con un futuro da scampaforche, si avvia verso la spiaggia di Letojanni.
Sará una settimana fantastica, ormai la realtà supera la fiction delle pellicole di Alberto Sordi, veramente profetiche.

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