14 settembre 2008

Viaggio a Frascati - 1

Giovedì 11 settembre partenza per Frascati, come da post precedente.
Alla mattina non posso sottrarmi al lavoro ed arrivo in ospedale verso le 9. I giovani stanno lavorando alacremente e do solo qualche aggiustatina alla montagna di cartelle che giace sulla scrivania in attesa di registrazione, controllo e firma, nell'ordine.
Dovrei partire verdo le dieci del mattino e infatti avvio il motore alle 13 senza pranzo.
La macchina fotografica bella, per distinguerla dalla piccola che comunque non è brutta, è rimasta in auto.
Che fare? Lasciarla in aeroporto nel bagagliaio al sole dell'automobile nera per 3 giorni? Il giovane Marco si offre di portarla a Colico dal Sciur Peppino. Capitolo e gliela affido.
Invece resta a Gravedona mentre Marco va a Milano e pace.
Parto per Linate. Durante il viaggio ne approfitto per parlare al telefono con le mie molte donne.
Mentre saluto l'ultima, la mitica Valeria da Firenze, amica di libri, mi accorgo di aver macchiato irrimediabilmente la polo.
Chiudo il cellulare e mi precipito in aeroporto, meglio essere in anticipo con i venti che tirano in Alitalia.
La Donna, quella non virtuale, è rimasta a casa quindi viaggio con il solo bagaglio a mano.
Check-in rapido con preghiera, esaudita, di posto al finestrino, poi mi fiondo nei bagni maschili e, come in un film di sponaggio, cambio la polo con una bella camicia a maniche corte.
Aziono lo sciacquone per dare maggior credibilità alla mia sosta prolungata nel cesso, poi via di corsa e guadagno un posto sul volo che parte un'ora prima.
Grande e insperata fortuna! Dopo il mio volo Alitalia blocca tutti i successivi per Roma e forse non solo quelli.

E infatti a Fiumicino nessuno capisce nulla. La hostess che mi accoglie mi confonde con un professore ordinario che dovrebbe arrivare da Cagliari e mi carica su un lussuoso pullmino-con-autista che mi lascia davanti all'Hotel.
Non è proprio Frascati, è Monteporzio Catone, ma fa lo stesso.
La cena è meritata, anche se la doppia razione di pasta alla gricia con cui mi sono abbuffato mi farà sentire meno solo durante la notte.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ci riprovo: la prima non è andata a buon fine. 'telo qua uno dei tuoi quindici lettori. Tu scrivi poco, io leggo meno. Chi è piu' lazzarone? Anch'io volevo fare il fotografo da grande, ma con meno capacità delle tue. Meglio vedereci in mensa al Moriggia. Peccato per il "pelato" che ci abbandona. Sic!

ecografista ha detto...

Buonasera Rusco! Ma non è vero che il "pelato" ci abbandona; fra quattro mesi ritorna, forse...

Costanza ha detto...

si si,dai che torna il marco, ci contiamo tutti...
io lettrice ci sono sempre, anche se spesso silenziosa e in punta di piedi..
baci