23 gennaio 2011

Fiumicino

Il rombo di un aereo in partenza promette un orizzonte e invece è solo un altro viaggio verso situazioni identiche e uomini diversi. L’illusione dura l’intervallo fra un decollo e un atterraggio, con il solo conforto di un sonno a tratti su un sedile scomodo.
(Giorgio Faletti – Appunti di un venditore di donne - Pag 275)


Ed eccomi di nuovo su questo Airbus che mi ha portato tante volte avanti e indietro per quest’Italia.
A Fiumicino, l’aerostazione futuristica, nonostante fosse sabato c'era poca gente.
Qualche faccia da onorevole che rientrava in ritardo, qualche religioso con il collarino negligentemente allentato, come la cravatta dei cronisti americani nell’immaginario collettivo.
A tratti sfilavano comitive di orientali con le signore munite di mascherina, non si capisce se per non trasmettere l’aviaria o per non essere infettate dalla suina, o anche viceversa alla luce di usi e costumi correnti.
Mi addormento cullato dalle turbolenze, poi scendo nella fredda e frenetica Milano; un kebab con Cristiano, poi la povera SLK, ogni anno più vecchia ma sempre fedele, mi accompagna frusciando nel vento fino al mio Lago.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ecco perchè non ci siamo visti alla replica gravedonese del nostro teatro, sabato 22 gennaio: era in giro per l'Italia...
Approfitto anch'io delle sue recensioni letterarie: qual'è il suo giudizio sul libro di Faletti dal quale ha tratto la citazione?
Come sempre, un caro saluto a tutta la famiglia
Liliana

ecografista ha detto...

Buongiorno Sciura Liliana; mah... a me è piaciuto, sia perchè si discosta del Faletti precedente, un po' troppo onirico, sia prechè particolarmente e tragicamente attuale.
Ho scritto qualcosa qui:
http://www.anobii.com/ecografista/books?searchType=1&itemIdFade=01f0e458fafdc1cda1
Poi non venga a contestarmi che stiamo cadendo in basso...
Un abbraccio.