15 aprile 2012

Popolo del tram a Milano

I mezzi di trasporto pubblici hanno avuto un'utenza umile e proletaria sino a pochi decenni addietro. Ai tempi della mia università sul bus c'era un sacco di studenti, qualche massaia, molti anziani che viaggiavano quasi gratis e in qualche città, come Bologna in certe fascie orarie, proprio gratis del tutto.
Il tempo si passava chiacchierando, praticamente sempre in piedi negli orari canonici, cedendo il posto alle signore e agli anziani nella fortunata combinazione di trovarsi inopinatamente un posto a sedere.
La minigonna era la novità di quegli anni e disvelava misteri inaspettati sino a pochi anni prima.
La comparsa della minigonna è stata contemporanea alla scomparsa del bigliettaio, ma sui filobus per un paio d'anni era rimasto il suo scranno a fianco della porta posteriore.
I primi tempi ci mettevamo a turno sullo sgabello del bigliettaio e non era infrequente che qualche anziano automaticamente ci mostrasse l'abbonamento passandoci davanti.
Ora il popolo del tram e soprattutto del metro è molto più eterogeneo.
La globalizzazione e i flussi migratori hanno trasformato i mezzi di trasporto pubblici in uno spettacolo sociologico eterogeneo.
Oltre a proletari, sfaccendati, massaie, studenti e anziani, anche il ceto medio e qualche professionista hanno deciso di essere della partita.
Il metro è uno dei luoghi più utilizzati per l'ascolto di musica in cuffia. Da quando è stato cablato il campo per i cellulari anche la composizione di sms ha trovato nei sotterranei di Milano terreno fertile.
E' pure vero che con un Iphone e qualche altra imitazione si può fare quasi tutto, salvo il caffè.
Gli extra-comunitari preferiscono la comunicazione verbale al cellulare, generalmente a volume importante per superare lo sferragliar di convogli e il chiacchiericcio di fondo.
Signore e signorine, soprattutto se impiegate nel terziario, leggono imperturbabili anche volumi rispettabili con grande compunzione.
Quasi tutta l'attività del viaggiatore di mezzo pubblico è finalizzata a isolarsi e ceare una solida, ancorché virtuale, barriera con i compagni di viaggio.
Nessuna meraviglia che nessuno ceda più il posto a donne gravide o ad anziani, anzi, i posti a sedere vengono spesso occupati da bambini vivacissimi lasciati allo stato di nativi.
Anche le tariffe sono cambiate; pressoché gratuitamente, ma solo in superficie, viaggiano ormai solo i Portoghesi, un'etnia presente a Milano in percentuale impensabile sino a qualche anno fa.

1 commento:

Anonimo ha detto...

buongiorno :)

che bello il quadro che hai delineato di qualche decennio fa...

un bacio! Vale