15 dicembre 2013

La scomparsa del dottore - 3 - Prospettive


Più riguardo a La scomparsa del dottore. Storia e cronaca di un'estinzioneSto completando la lettura del libro.
E indubitabile che una certa figura di medico stia scomparendo. La stessa cosa l'ho osservta nei primissimi anni della mia vita professionale quando sostituivo d'estate un Medico condotto.
Nell'ultimo post avevo scritto una frase sibillina: Mi rendo conto di essere spesso coadiuvato da giovani medici la cui più alta motivazione, per dirla in dolce stil novo,  è quella di programmare un fine settimana ricco in certami d’amore.
La frase deve aver colpito perchè mi sono arrivati messaggi fra il meravigliato e l'indignato. Alla fine l'ho tolta dal post.
La frase si riferiva ai medici giovani, in formazione. Da un paio di decenni mi sono rimesso a frequentare a vario titolo l'ambiente universitario e ho rivisto le mie posizioni su docenti e giovani medici.
E arrivo al messaggio
Personalmente, non so se per merito personale o di chi mi ha insegnato, io sono sempre medico, purtroppo.
Non esistono orari di servizio o turni.
Per lo stesso modo il telefono è sempre acceso, compatibilmente con la rete telefonica. A volte utilizzo un numero riservato, ma ve ne sono costretto dalla petulanza e dalla mancanza di senso pratico di qualche genitore.
Purtroppo devo riconoscere che i giovani medici in formazione, che a differenza dei nostri tempi sono retribuiti, terminano [spesso, non si può generalizzare] di essere medici quando finisce il loro turno.
E mi piacerebbe scoprire le motivazioni per cui molti medici delle nuove generazioni hanno studiato per così tanti anni.
Spesso vedo praticare una medicina "difensiva" tesa a chiudere un caso clinico nel minor tempo possibile e con il minore dei danni.
Torno alla sensazione iniziale: sembra che il paziente sia dall'altra parte.
Il rapporto di fiducia si raggiunge solo se il paziente scopre che stiamo dalla stessa parte.

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