12 maggio 2012

Il ticket è morto, evviva il ticket!


Vincenzo Foppa - S. Cristoforo

Nicoletta Adamoli,amica e omonima su Facebook mi chiede se sia meglio il ticket sanitario oppure la “franchigia” prossima e ventura.
Purtroppo io non possiedo facoltà divinatorie, anche se a volte sospetto di averne di pranoterapeutiche, ma posso spiegare un po' cosa succede.
Il ticket sanitario in sé non sarebbe cosa iniqua, pur possedendo l'odore sulfureo e falcimartellifero di anni wellfarianamente nefasti.
Il vero problema è l'esenzione dal ticket sanitario.
Il legislatore (con la minuscola, come la miopìa) ha previsto alcune esenzioni.
Ne sono comprese alcune fasce protette, ad esempio il popolo che ha compiuto i sessantacinque anni, e molte patologie croniche, indipendentemente dal reddito.
Ne discende che le siringhe e l'insulina vengono concesse gratuitamente sia ai poveri diabetici, quanto ai ricchi sfondati, che le pretendono con impudicizia.
Le prestazioni urgenti sono ovviamente esentate dal ticket, e il principio è sacrosanto.
In Lombardia un governatore (con la minuscola, mi pregio) ha deciso che tutti i bambini sino a 14 anni siano esentati da ogni ticket sanitario.
Ne rampolla evidentemente che i Pronto Soccorsi, pediatrici e non, ribollono di bambini con il naso gocciolante, le orecchie rosse, la farfallina in fiamme e la tosse insistente a tutte le ore del giorno e della notte.
Qualunque sciocchezza è buona per passare in Pronto Soccorso, soprattutto per saltare la coda dal pediatra, sicuri di non pagare una lira neppure per l'orticata sul culo.
Ovviamente i bambini con la polmonite aspettano e ringraziano per l'attesa; le patologie urgenti si mescolano alle dermatiti da pannolino in una sarabanda di pianti, strepiti e vagiti, da cui emerge qualche volta un genitore inferocito, che ha messo al modo, o contribuito a, un lattante con le coliche gassose.
A noi pediatri basterebbe un ticket di 5 miseri euro per chi ci arriva in Pronto Soccorso per ansia; poi quei 5 euro potremmo devolverli anche ai parlamentari della Regione Lombardia, faro di civiltà mitteleuropea, che li usino per comprarsi una laurea o un diploma in qualsiasi parte del mondo, anche a nostre spese.
Però che ci lascino lavorare! Ci sono bambini che soffrono, che muoiono, che hanno problemi veri.
Noi vogliamo dedicarci a questi.


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