19 novembre 2011

Il meteo e i figli (seconda puntata)


Gravedona ed Uniti, alto Lario occidentale; temperatura 5.4°; umidità relativa 29%; pressione 1000 mb; cielo sereno.
A Vicenza e a Padova i segni del secondo miracolo economico sono evidenti e inquietanti.
Dopo un breve ma intenso viaggio nel Nord-Est occidentale ecco il rientro nella realtà di tutti i giorni.
E’ stato un viaggio breve, ma inconsciamente, inconsapevolmente e forse dolorosamente, un viaggio nel mio passato.
Al rientro prima di tornare legittimamente a casa ho dovuto fermarmi in ospedale.
Una giovane coppia da giorni mi aspettava per un’ecografia addominale al piccolo di 45 giorni.
Il piccolo ha un rigurgito fastidioso, a cresce bene allattato al seno.
Certo, avrebbe potuto avere una stenosi del piloro, un reflusso gastro-esofageo, un’ernia jatale e tante altre brutte cose che si possono declamare in medichese, si possono trovare su internet e si possono sognare in un delirio di persecuzione.
Si possono ascoltare anche su programmi televisivi divulgativi, su riviste-spazzatura e sulle vecchie e fortunatamente estinte “enciclopedie mediche” che hanno segnato un’epoca per la genitorialità travagliata dei decenni trascorsi.
Invece erano solo comunissime coliche gassose del lattante, che il Pediatra non era riuscito a far accettare o digerire a questa ansiosissima mamma.
A parte lo spreco di risorse e di medicalizzazione (facciamo un’ecografia dell’addome a tutti i lattanti che piangono? Cosa dovremmo vederci? A chi servirebbe?) dietro c’è l’insicurezza di una genitorialità mal intesa.
C’è l’aspettativa e la ricerca del bambino che deve sorridere a tutti i costi.
L’imperativo categorico è che il bambino non pianga, a qualunque costo, anche al costo di far passare in secondo piano l’educazione, la relazione, il rapporto di coppia e l’autostima dei genitori.
Ma soprattutto, a farne le spese, è il rispetto per il “bambino”.
Questo futuro uomo, questa futura donna, relegati al ruolo di oggetto che deve sorridere a tutti i costi, che soprattutto non deve mai piangere, anche se questo è il solo linguaggio che conosce per comunicare.
Misericordia!


1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma dai, un neonato che rigurgita....che cose strane che accadono!!!