23 novembre 2011

Quale papà e quanto papà in sala parto?

Un tempo giravano battute infamanti sul papà.
E infatti al sibillino “mater certa, pater incertus”, aveva cercato di opporsi anche un santo come Giuseppe, ma le sue quotazioni attuali non sembrano ahimè molto stabili.
Nella storia della pittura il parto è sempre stato un affare femminile e raramente si vedono comparire figure maschili nei quadri con questo soggetto.
Anche il padre più raffigurato, appunto San Giuseppe, compare a cose fatte.
L'ostetrica, che in Francia si chiama “sage femme”, cioè donna saggia, o meglio donna buona, l'ostetrica, dicevamo, non è mai stata maschio.
Natività della Vergine -1430-1433
A questa ingiustizia, a questa solitudine ostetrica da numero primo, divisibile solo per sè stessa, da qualche decennio è stato posto rimedio.
Dapprima in sala parto ha fatto la sua comparsa il medico, ginecologo, successivamente c'è stato un altro timido e fugace ingresso, quello del pediatra.
Da circa dieci anni i medici sono stati sostanzialmente cacciati nell'ottica di “demedicalizzare” il parto e restituirlo alla mamma.
Anche nel mio ospedale è andata così.
Devo dire che a cosa è sostanzialmente giusta e infatti il pediatra si guarda bene dall'entrare ormai in sala parto.
Qualche ginecologo resiste, ma solo su richiesta della mamma.
Ma la solitudine dell'ostetrica non si è protratta a lungo e da qualche anno in sala parto ha fatto il suo ingresso trionfale il papà.
Vero o presunto, certo o sedicente, tronfio o materno, emotivo o tetragono, ora rimane quasi sempre a fianco della mamma.
Qualche volta combina pasticci: piange, s'incazza senza motivo, sviene o sorride nel momento sbagliato.
E' una figura simpatica che mi induce a tenerezza.
Aspetta solo il momento di svignarsela e infatti con la scusa di stare vicino al neonato lo segue nel suo percorso verso la nursery, assiste al primo bagnetto, qualche volta si ingegna goffamente a farlo in prima persona.
Partecipa con attenzione alla prima visita pediatrica e chiede continuamente quanto pesa il bambino, soprattutto prima che il neonato venga pesato (in questo c'è una razionalità maschile), poi, placato, si perde negli occhi del figlio, dimentico dei dolori del secondamento.
E' il pediatra a questo punto che compare in sala parto.
A cose fatte, come un moderno San Giuseppe, comunica alla mamma il peso del nuovo arrivato, si complimenta e batte una mano sulla spalla dell'ostetrica.
E la mamma? Premurosa chiede al pediatra “Mio marito sta bene?”

4 commenti:

Chiara ha detto...

La nascita di un essere umano è un avvenimento meraviglioso. Ho assistito solo a due parti: 31 anni or sono al mio, ma non ricordo gran che; circa 6 mesi fa a quello di Martino. Ed è lì che ho pensato a quanto fossero straordinariamente fortunate quelle persone che tutti i giorni assistono a quegli eventi magici che sono i parti. E pensare che il mio è stato il più medicalizzato dei parti, avendo dovuto subire un cesareo d'urgenza.
Poi però mi è venuto un dubbio: ci si può abituare alla vita? Può scattare in queste persone l'automatismo dell ecose che si fanno tutti i giorni?

ecografista ha detto...

Ciao Chiara. La risposta è no.
Non ci si abitua mai e ogni nascita è un’emozione.
La ricchezza di fare il pediatra è quella di avere abbracciato l’unico campo della medicina che serve a costruire e non a riparare.
Il problema è che non è ahimè condiviso da molti genitori.

Anonimo ha detto...

Fantastico assistere ogni giorno alla nascita di una nuova vita, e........poveri papà, quasi sempre bistrattati da zie, mogli e suocere, quasi mai al posto giusto nel momento giusto,sarà anche per questo che non vedono l'ora di svignarsela?
Complimenti per la bellissima foto

Anonimo ha detto...

Vero! devo dire che nel "nostro" ospedale di Gravedona ed Uniti(si può fare pubblicità??) c'è molta attenzione a lasciare che il parto sia molto naturale, e, dalle mie due bellissime esperienze, il bimbo non viene strappato all'istante dalle barccia della mamma dal pediatra di turno. In più ho la fortuna di avere un super papà al mio fianco che mi ha aiutata e sostenuta e che non ha mai perso lucidità...poi però se l'è svignata in nursery anche lui appena ha potuto....ahahahahha!! Ps. che bello sentirle dire, dopo tanti anni di carriera che vedere delle nascite è ancora un'emozione! Peccato non ci sia stato lei nè una volta nè l'altra(comq degnamente rappresentato da altri membri del suo staff)...va beh vorrà dire che mi toccherà fare il terzo...